Radon

Gas naturale radioattivo appartenente alla famiglia dei gas nobili o inerti

 

Il radon Deriva dal “decadimento nucleare” del radio ed è ubiquitario, essendo presente, in diverse concentrazioni, in tutta la crosta terrestre, nel terreno e nelle rocce e, di conseguenza, nei materiali da costruzione derivati (ad es. cementi, tufi, laterizi, graniti, ecc.). Essendo privo di colore, odore e sapore non viene percepito.

Il radon è un agente cancerogeno per l’uomo (inserito nel gruppo 1 IARC dal 1988) e rappresenta la seconda causa di tumore al polmone dopo il fumo di sigaretta. L’esposizione a radon associata a fumo di sigaretta, inoltre, comporta un ulteriore aumento del rischio di contrarre la malattia.

Seppur presente, in aria aperta generalmente il radon si disperde e si trova quindi in basse concentrazioni. Tuttavia, in luoghi chiusi quali case, scuole, ambienti di lavoro, ecc., può raggiungere concentrazioni elevate e costituire quindi un rischio per la salute, specie se la permanenza in tali luoghi è prolungata. Maggiori informazioni sul sito dell' Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale 

A livello nazionale è stato predisposto il Piano Nazionale Radon (PNR), finalizzato alla realizzazione di azioni coordinate di riduzione del rischio di tumore polmonare associato all’esposizione al radon. Maggiori informazioni sul sito dell'Istituto Superiore di Sanità.
Attualmente in Italia la normativa sul Radon riguarda gli ambienti di lavoro (comprese le scuole), nei quali il D.Lgs n. 241/2000 ha fissato un livello di concentrazione di 500 Bq/m3, superato il quale il datore di lavoro deve approfondire la situazione dandone comunicazione agli Enti competenti (ad es. ARPAV e SPISAL) e stabilire eventuali azioni di bonifica. La concentrazione di radon deve essere misurata in tutti i luoghi di lavoro sotterranei e, nelle zone più a rischio, anche in quelli non sotterranei, specie seminterrati e piano terra. La Direttiva 2013/59/Euratom del Consiglio Europeo, non ancora recepita, andrà a modificare la normativa relativa all’esposizione al radon negli ambienti di lavoro e riguarderà anche le abitazioni. Per gli ambienti di vita, al momento, si fa riferimento alla raccomandazione CE n. 143 del 1990 (ora superata, come suddetto, dalla nuova Direttiva Europea 2013/59/Euratom, non ancora recepita) e, in Veneto, alla DGRV n. 79 del 2002 che la attua. Inoltre, in Veneto, la Legge regionale n. 20/2013 ha approvato il Piano regionale di prevenzione e riduzione dei rischi connessi all’esposizione al gas radon, in coerenza con il Piano Nazionale Radon del Ministero della Salute (PNR). In particolare, il PNR riguarda l'Individuazione delle zone e dei luoghi di lavoro ad elevata probabilità di alte concentrazioni di attività di radon e l'adozione di prescrizioni costruttive e di accorgimenti tecnici nelle nuove edificazioni. Vai alla Legge regionale n. 20/2013 (link esterno). A maggior conoscenza, si fa inoltre presente che con D.Lgs n. 28/2016 è stata recepita in Italia la Direttiva 2013/51/Euratom che stabilisce i requisiti per la tutela della salute della popolazione relativamente alle sostanze radioattive presenti nelle acque destinate al consumo umano.

È opportuno misurare la concentrazione di radon soprattutto in locali a contatto con il terreno o costruiti con materiali potenzialmente a rischio. Le misurazioni, data la variabilità dei rilevamenti influenzati dalla stagionalità, dall’ora del giorno e dalle condizioni meteorologiche, vanno effettuate da personale esperto e per periodi di tempo sufficientemente lunghi da permettere una stima della concentrazione media di radon.

Possibili misure di prevenzione e di mitigazione del rischio comprendono interventi strutturali/impiantistici in fase di progettazione, costruzione, restauro o bonifica degli edifici.

La Regione del Veneto ha condotto nel tempo diverse campagne di monitoraggio della concentrazione di gas radon nel territorio regionale ed ha aggiornato nel 2016 la mappatura dei territori comunali del Veneto interessati dal fenomeno del gas radon; sono state definite aree a rischio quelle in cui almeno il 10% delle abitazioni è stimato superare il livello di riferimento di 200 Bq/m3 di concentrazione media annua (DGRV n. 79/2002).

Per informazioni su tali monitoraggi e, in generale, sul tema Gas Radon si rimanda alla  pagina sul radon nel sito di ARPAV. La mappatura delle aree ad elevato potenziale di radon nel territorio veneto è inoltre consultabile nella  mappatura delle aree ad elevato potenziale di radon nel territorio Veneto (pdf 0,1Mb)

Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale

Pagina dell’ISPRA dedicata al radon
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ISPESL

Opuscolo informativo ISPESL sul radon in Italia
Scarica l'opuscolo (pdf 1,9Mb)

ARPAV

Pagina sul radon nel sito di ARPAV 
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Ultimo aggiornamento: 06/12/2018
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