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Emergenze infettive comunitarie

Emergenze infettive comunitarie

 

L'influenza è una malattia infettiva causata dai virus influenzali: la definizione dell'OMS è quella di una affezione respiratoria acuta ad esordio brusco e improvviso con febbre 38° C.

Queste è accompagnata da almeno uno tra i seguenti sintomi generali: cefalea, malessere generalizzato, sensazione di febbre (sudorazione, brividi), astenia e da almeno uno dei seguenti sintomi respiratori: tosse, mal di gola, congestione nasale.

Andamento epidemiologico influenza e campagna vaccinale stagione 2018-2019

Rapporto sull’andamento epidemiologico dell’influenza e sulla campagna vaccinale antinfluenzale nella Regione del Veneto, stagione 2018-2019.

La Regione del Veneto è stata la prima realtà italiana ad avviare un proprio sistema di sorveglianza epidemiologica dell’influenza. Oltre alla sorveglianza epidemiologica, il Protocollo INFLUNET prevede anche una sorveglianza virologica che consente il monitoraggio della circolazione dei virus influenzali nel nostro Paese. In Veneto quindi la sorveglianza ha interessato sia i MMG e i PLS che si sono resi disponibili per il monitoraggio della sindrome influenzale

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L’influenza rappresenta un serio problema di Sanità Pubblica e una rilevante fonte di costi diretti e indiretti per la gestione dei casi e delle complicanze della malattia. Le epidemie influenzali annuali sono associate a elevata morbosità e mortalità. La vaccinazione è la forma più efficace di prevenzione dell'influenza. L’Organizzazione Mondiale della Sanità e il Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale 2017-19 riportano, tra gli obiettivi di copertura per la vaccinazione antinfluenzale il 75% come obiettivo minimo perseguibile e il 95% come obiettivo ottimale negli ultrasessantacinquenni e nei gruppi a rischio.

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Può interessare qualsiasi età, ma alcune categorie sono più a rischio di sviluppare complicanze anche gravi:

  • bambini tra 0 e 14 anni (fascia di età più colpita, con un’incidenza del 15%);
  • adulti sopra i 65 anni (rischio del 70% di sviluppare complicanze);
  • bambini e adulti con comorbidità

I virus influenzali sono classificati in tre tipi: A, B e C, quest'ultimo con scarso rilievo epidemiologico per l'uomo, poiché causa solo raramente casi sporadici ed epidemie. I virus influenzali di tipo A possono essere suddivisi in sottotipi sulla base delle loro proteine di superficie - emoagglutinina (H) e neuraminidasi (N). Si conoscono 16 sottotipi. Mentre tutti i sottotipi possono circolare fra gli uccelli, è noto che solo tre sottotipi di antigene H (H1, H2 ed H3) e due sottotipi di antigene N (N1 ed N2) hanno circolato o circolano (fino ad ora) anche nell'uomo. Il virus influenzale di tipo A può causare infezioni severe in alcune specie animali, inclusi uccelli, maiali, cavalli, delfini e balene.

L’obiettivo primario della vaccinazione antinfluenzale la prevenzione delle forme gravi e complicate di influenza e la riduzione della mortalità prematura in gruppi ad aumentato rischio di malattia grave.

In particolare la vaccinazione è offerta attivamente e gratuitamente alle seguenti categorie:

  • Soggetti di età pari o superiore a 65 anni;
  • Bambini di età superiore ai 6 mesi, ragazzi e adulti affetti da patologie che aumentano il rischio di complicanze da influenza;
  • Familiari e contatti di soggetti ad alto rischio;
  • Individui ricoverati presso strutture per lungodegenti;
  • Donne che all’inizio della stagione epidemica si trovino nel secondo e terzo trimestre di gravidanza;
  • Soggetti addetti a servizi pubblici di primario interesse collettivo;
  • Medici e personale sanitario di assistenza;
  • Personale che, per motivi di lavoro, è a contatto con animali che potrebbero costituire fonte di infezione da virus influenzali non umani (addetti all’attività di allevamento, addetti al trasporto di animali vivi, macellatori e vaccinatori, veterinari pubblici e libero professionisti).

Le principali misure di prevenzione raccomandate per ridurre la trasmissione del virus dell’influenza, oltre alla vaccinazione, sono:

  • Lavaggio delle mani (in assenza di acqua, uso di gel alcolici);
  • Buona igiene respiratoria (coprire bocca e naso quando si starnutisce o tossisce, utilizzare preferibilmente fazzoletti monouso e lavarsi le mani);
  • Isolamento volontario a casa delle persone con malattie respiratorie febbrili;
  • Uso di mascherine per personale in ambienti sanitari (ospedali) con sintomatologia influenzale.

Queste misure non possono sostituire la vaccinazione, in quanto una persona infetta può trasmettere il virus anche prima della comparsa dei sintomi e fino a 5-7 giorni dopo l’esordio della malattia, anche in presenza di sintomatologia lieve o addirittura assente

Ultimo aggiornamento: 26/12/2019
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