Una puntura di una zanzara o un morso di una zecca possono essere più che una semplice scocciatura e rappresentare un vero e proprio problema di salute.
La maggior parte delle punture/morsi sono innocui ma alcune zanzare e zecche possono trasmettere malattie anche gravi, chiamate arbovirosi.
I sintomi più comuni di queste malattie sono febbre e malessere generale.
In alcuni casi, soprattutto nelle persone anziane e nei soggetti fragili, queste malattie possono causare problemi di salute anche gravi.
Il morso di zecche portatrici del virus della TBE rappresenta un rischio anche per le persone giovani e sane, con possibili complicanze gravi e/o invalidanti in un soggetto su cinque.
Negli ultimi anni i cambiamenti climatici e la globalizzazione hanno peggiorato la diffusione di queste malattie. I cambiamenti climatici inoltre potrebbero contribuire a portare nel nostro territorio anche altre malattie generalmente poco diffuse nel Veneto, come ad esempio: dengue, chikungunya, zika.
Il modo migliore per evitare queste malattie è essere consapevoli dei rischi, prevenire le punture/morsi e contrastare la diffusione delle zanzare. Clicca su ciascuna sezione per conoscere alcune semplici azioni e comportamenti da mettere in atto.
Una puntura di una zanzara o un morso di una zecca possono essere più che una semplice scocciatura e rappresentare un vero e proprio problema di salute. Alcuni semplici azioni e comportamenti possono permetterti di difenderti da punture e/o morsi di zanzare e zecche.
Usa repellenti sulla pelle: applicare prodotti disponibili in commercio. Controllare che i prodotti utilizzati siano a base di icaridina (KBR 3023) o DEET (N,N-dietil-m-toluammide). Ri-applicare il prodotto più volte durante la giornata soprattutto se fa caldo e si suda. Per i bambini piccoli e le donne in gravidanza seguire la specifiche raccomandazioni.
Vestiti adeguatamente: soprattutto le persone anziane e fragili, dovrebbero indossare vestiti lunghi e coprenti (es. maniche e pantaloni lunghi). Quando fa caldo preferire tessuti leggeri adatti all’estate (es. tessuti in lino, cotone, ecc.). Se si fa un'escursione in montagna si raccomanda sempre di utilizzare calzature adeguate e coprenti (evitare sandali e infradito), usa calzini calzini alti e colori chiari per l’abbigliamento.
Usa repellenti sui vestiti: impregnare i vestiti prima di indossarli con prodotti specifici, se ci sono molte zanzare. Per questo scopo usare prodotti a base di permetrina, disponibili in commercio. Queste sostanze aiutano a tenere lontane zecche e zanzare.
Zanzariere: tenere le zanzariere abbassate per ridurre le zanzare in casa, quando si aprono le finestre.
Controllare ogni parte del corpo: al rientro dall’escursione controllare accuratamente ogni parte del corpo, le zecche amano insediarsi sulla testa, sul collo, sui fianchi e dietro alle ginocchia. Meglio accorgersi subito della presenza di zecche sul corpo, eviterà di trovarla dopo giorni dal morso iniziale.
Attenzioni particolari: adottare tutte le raccomandazioni sopra indicate soprattutto quando si sta all’aperto nelle ore serali e quando si fanno escursioni in montagna (zecche). In montagna, evitare di camminare fuori dai sentieri battuti.
Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe)
Per ridurre la proliferazione delle zanzare Una puntura di una zanzara può essere più che una semplice scocciatura e rappresentare un vero e proprio problema di salute.
Alcuni semplici accorgimenti possono permetterti di evitare che le zanzare e pappataci si diffondano negli ambienti in cui vivi.
E per le zone urbane? Il ruolo di Comuni e delle ULSS
I Comuni e le ULSS ogni anno eseguono interventi mirati nei tombini e nei fossati, per ridurre le zanzare nelle aree pubbliche. Questi interventi servono a uccidere le larve di zanzara. I Comuni, quando necessario, possono emettere anche ordinanze con ulteriori misure in situazioni di allerta.
Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe)
Come proteggersi dalle zanzare? (video)
Una puntura di una zanzara può essere più che una semplice scocciatura e rappresentare un vero e proprio problema di salute. Se stai programmando un’ escursione in montagna o un viaggio all’estero presta attenzione alle raccomandazioni sotto riportate.
Escursioni in montagna
Seguire sempre le misure di prevenzione sopra descritte per prevenire le punture delle zecche. Tornati a casa è importante controllare con attenzione il proprio corpo per verificare la presenza di zecche e rimuoverle correttamente (link). E’ importante controllare anche eventuali animali domestici (es. cane).
Per una delle malattie trasmesse dal morso di zecca è disponibile un vaccino.
Viaggi all’estero
Durante i viaggi è importante proteggersi. Soprattutto nei paesi tropicali, c’è il rischio di malattie trasmesse dalle zanzare o da altri insetti.
Possibilmente 2-3 mesi prima di partire è importante prenotare una consulenza presso gli ambulatori di medicina dei viaggi. Durante la consulenza il personale esperto potrà dare informazioni utili per ridurre i rischi e raccomandare eventuali vaccinazioni.
Per 4 settimane dopo essere rientrati è importante controllare se compaiono alcuni sintomi particolari (es. febbre, malessere generale, dolore oculare, manifestazioni cutanee). In presenza di sintomi rivolgersi al medico facendo presente il paese in cui si è stati.
Per informazioni su consulenze per viaggi e vaccinazioni internazionali, nonché per le indicazioni e prescrizioni di profilassi. Maggiori informazioni sugli ambulatori
Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione Internazionale
Salute in viaggio (pagina web)
L’infezione dal virus West Nile è una malattia virale trasmessa dalla puntura di zanzare infette del genere Culex.
Ha un periodo di incubazione che può variare da 2 a 14 giorni dopo la puntura di zanzara. Nella maggior parte dei casi è asintomatica. In alcuni casi si può manifestare con febbre improvvisa (>38°C), stanchezza, cefalea, dolori muscolari, nausea, vomito e talora presenza di esantema cutanea.
Il virus è stato isolato per la prima volta nel 1937 In Uganda. Successivamente negli anni cinquanta è stato ritrovato nella zanzare di genere Culex che hanno contribuito a diffonderlo in Africa, Medio Oriente, India. Per molti anni il virus è stato considerato poco patogeno, in grado di causare solo infezioni asintomatiche o clinicamente benigne. Il primo focolaio epidemico si è verificato in Algeria nel 1994, seguito da una seconda epidemia nel 1996 in Romania e da una terza nel 1999 nello stato di New York, per poi diffondersi nel resto del continente americano. Oggi il virus del Nilo occidentale va considerato un patogeno endemico in Africa, Asia, Australia, Medio Oriente, Europa e Stati Uniti.
La malattia è trasmessa principalmente da zanzare del genere Culex, che pungono prevalentemente dal tramonto all’alba. Ha come serbatoio alcuni tipi di uccelli (passeriformi e corvidi). I mammiferi, tra cui l’uomo e il cavallo, sono ospiti occasionali. L’uomo rappresenta l’ospite definitivo in quanto le concentrazioni virali sono troppo basse per infettare la zanzara.
Le forme sintomatiche si manifestano con: sintomi simil-influenzali, febbre (>38°C), cefalea, dolori muscolo-articolari, raramente, esantema cutaneo (soprattutto rash cutaneo). Meno dell’1% sviluppa una malattia neurologica come meningite, encefalite o paralisi flaccida. Il rischio di tale sintomatologia aumenta con l’età.
L’esordio dei sintomi tende a verificarsi da 2 a 14 giorni dopo la puntura di una zanzara infetta, ma può essere anche di 20 giorni nei soggetti con deficit immunitario. I sintomi possono durare pochi giorni, talvolta qualche settimana (il periodo varia molto a seconda dell’età della persona). Nei casi più gravi (forma neurologica) può essere necessario il ricovero ospedaliero e può molto raramente causare disabilità residua o encefalite letale.
È necessario tener presente che questo tipo di anticorpi può persistere a lungo nel paziente malato (fino ad un anno), pertanto la positività a questi test può indicare anche un’infezione pregressa.
Il trattamento consiste nell’alleviare il dolore, la febbre e qualsiasi altro sintomo che causa disagio al paziente. Nei casi più gravi, è necessario il ricovero in ospedale per della terapia di supporto quali la somministrazione di fluidi intravenosi e la respirazione assistita.
Al momento non esiste un vaccino per la febbre West Nile. Sono attualmente allo studio dei vaccini ma per il momento la prevenzione consiste essenzialmente nel ridurre l’esposizione alle punture di zanzara. Pertanto sono necessarie due tipologie di azioni: protezione dalle punture ed ostacolo alla riproduzione. Questo viene raggiunto attraverso le seguenti procedure:
L’infezione da parte del virus della febbre Dengue è una malattia virale trasmessa dalla puntura di zanzare infette del genere Aedes, soprattutto A. aegypti.
Ha un periodo di incubazione che può variare da 3 a 14 giorni, con una media di 5-7 giorni, dopo la puntura di zanzara.
È diffusa in gran parte dell’America Latina, Sud-Est Asiatico, Africa e Oceania.
La malattia è trasmessa principalmente da zanzare del genere Aedes, soprattutto A. aegypti ma anche A. albopictus (o zanzara tigre), che pungono prevalentemente nelle ore diurne. Il virus fa parte del genere Flavivirus e ne esistono 4 sierotipi diversi; l’infezione con un sierotipo conferisce in genere immunità a vita, ma solo nei confronti di quello specifico sierotipo. Non c’è trasmissione diretta persona-persona, ma la zanzara diventa contagiosa 8-12 giorni dopo aver ingerito sangue da paziente viremico e tale rimane per il resto della vita. La fase viremica nell’uomo dura circa 3-5 giorni.
Nella maggior parte dei casi l’infezione è asintomatica. Normalmente la malattia si manifesta con febbre elevata per 3-5 giorni ad esordio improvviso, che insorge 5-6 giorni dalla puntura della zanzara. Si può associare a astenia, cefalea intensa, dolori retro-orbitali, mio-artralgie (viene chiamata per questo febbre “spaccaossa”), disturbi gastrointestinale e rash cutaneo generalizzato a carattere maculo papulare che compare generalmente alla risoluzione della febbre. Comune è la presenza di un quadro di linfadenopatia e leucopenia con linfocitosi relativa. In ogni momento della fase febbrile sono possibili fenomeni emorragici minori (petecchie, epistassi, gengivorragie).
L’uomo rimane infetto per 2-7 giorni dopo la comparsa dei sintomi. La sintomatologia è autolimitante e ad evoluzione benigna. La guarigione si può associare ad un senso di prolungato affaticamento e depressione. Il rischio di forma emorragica è estremamente basso durante il primo episodio infettivo: può verificarsi in seguito ad infezioni sequenziali con due differenti sierotipi virali, con la formazione di immunocomplessi tra gli anticorpi della pregressa infezione e il virus. La letalità della Dengue emorragica, nei casi non trattati, può arrivare al 40-50%, mentre nei casi adeguatamente sottoposti a terapia scende a livelli inferiori al 2%.
In presenza dei sintomi tipici la diagnosi può essere confermata: cercando il materiale genetico del virus (diagnosi virologica) in campioni ottenuti da pazienti durante la fase acuta dell'infezione; verificando la presenza di anticorpi (diagnosi sierologica) da prelievo ematico partire da 8 giorni dopo la comparsa della febbre. È necessario tener presente che gli anticorpi possono persistere a lungo nel paziente malato pertanto la positività a questi test può indicare anche un’infezione pregressa.
Non esistono terapie specifiche per la dengue. Le modalità di trattamento dipendono dalle manifestazioni cliniche, e possono andare dalla semplice idratazione orale a domicilio al ricovero con somministrazione di liquidi per via parenterale o emotrasfusioni. Il paracetamolo viene utilizzato per il trattamento sintomatico della febbre e del dolore, mentre i FANS come l'aspirina o l'ibuprofene vanno evitati per non peggiorare il rischio di emorragia.
Al momento non esiste un vaccino per la febbre Dengue. La prevenzione consiste essenzialmente nel ridurre l’esposizione alle punture di zanzara. Pertanto sono necessarie due tipologie di azioni: protezione dalle punture ed ostacolo alla riproduzione. Questo viene raggiunto attraverso le seguenti procedure:
L’infezione da parte del virus Chikungunya è una malattia virale trasmessa dalla puntura di zanzare infette del genere Aedes, soprattutto A. albopictus (zanzara tigre), A. aegypti e A. polynesiensis.
Ha un periodo di incubazione che può variare da 2 a 12 giorni, con una media di 4-8 giorni, dopo la puntura di zanzara.
È diffusa in gran parte dell’America Centrale, Sud-Est Asiatico, Africa e Oceania. Tra il 2001 e il 2005 si diffuse una vasta epidemia nei Paesi e nelle isole dell’Oceano Indiano (Rèunion, le Comore, Madagascar, Mayotte, Mauritius, Seychelles). La prima epidemia in Europa si verificò in Italia (in Emilia-Romagna) nell’estate del 2007, con oltre 200 casi umani confermati e 1 decesso.
La malattia è trasmessa principalmente da zanzare del genere Aedes, che pungono prevalentemente nelle ore diurne. Questi insetti vengono infettate succhiando il sangue di una persona infetta dal virus in fase viremica (primi 4-5 giorni di malattia). In fase epidemica l’uomo è la riserva del virus. In altri periodi i principali serbatoi del virus sono le scimmie, i roditori, gli uccelli e altri vertebrati non identificati.
I sintomi sono rappresentati dall’insorgenza insorgenza di con febbre elevata, importanti artralgie, mialgie, cefalea, disturbi gastrointestinali (nausea, vomito), rash cutaneo (al volto, tronco, radice degli arti). Raramente sono riportate forme meningo-encefaliche, soprattutto in pazienti defedati.
L’uomo rimane infetto per 3-10 giorni dopo la comparsa dei sintomi. La malattia è quasi sempre autolimitantesi entro un paio di settimane e raramente fatale. Artrite e artralgie debilitanti possono durare mesi o anni.
Non esistono terapie specifiche per la Chikungunya. Il trattamento consiste nell’alleviare il dolore, la febbre e qualsiasi altro sintomo che causa disagio al paziente, quali antipiretici, antiinfiammatori, riposo a letto.
Al momento non esiste un vaccino per la febbre Dengue. La prevenzione consiste essenzialmente nel ridurre l’esposizione alle punture di zanzara. Pertanto sono necessarie due tipologie di azioni: protezione dalle punture ed ostacolo alla riproduzione. Questo viene raggiunto attraverso le seguenti procedure:
L’infezione umana da Zika virus (ZIKV) e una malattia virale trasmessa dalla puntura di zanzare infette del genere Aedes.
Zika, è simile al virus della febbre gialla, della dengue, dell'encefalite giapponese e dell’encefalite del Nilo occidentale. Il vettore e rappresentato dalle zanzare del genere Aedes, che comprendono l’Aedes aegypti (vettore originario, nota anche come zanzara della febbre gialla) e l’Aedes albopictus (più conosciuta come zanzara tigre e diffusa anche in Italia).
Queste zanzare sono responsabili anche della trasmissione della dengue, della chikungunya e della febbre gialla.
Ha un periodo di incubazione che può variare da 3 a 12 giorni ed una durata di 2-7 giorni. Le manifestazioni della malattia, sono costituite da un quadro clinico moderato che comprende: febbricola, eruzioni cutanee, congiuntivite, dolori articolari, in particolare alle mani e ai piedi e cefalea.
Il virus Zika è presente nelle regioni tropicali, in grandi popolazioni di zanzare, circola in Africa, nelle Americhe, in Asia meridionale e nel Pacifico occidentale.
Il virus Zika è stato scoperto nel 1947, ma per molti anni sono stati rilevati solo casi sporadici nell’uomo, in Africa e in Asia meridionale. Nel 2007, il primo focolaio documentato di malattia da virus Zika è occorso nel Pacifico.
Dal 2013, casi e focolai di malattia sono stati segnalati dal Pacifico occidentale, dalle Americhe e dall'Africa. I paesi in cui al momento sono in corso epidemie di virus Zika a rapida evoluzione, con trasmissione in aumento o diffusa sono: Colombia, Brasile, Suriname, El Salvador, Guiana Francese, Honduras, Martinica (Dipartimento francese d'oltremare), Messico, Panama, Venezuela.
I paesi in cui al momento vengono segnalati casi e trasmissione sporadica a seguito di introduzione recente del virus Zika sono: Barbados, Bolivia, Ecuador, Guadalupe, Guatemala, Guyana, Haiti, Porto Rico, Paraguay, Saint Martin.
La trasmissione avviene principalmente tramite la puntura di zanzara infetta dal virus e che può fare da veicolo da persona a persona.
Sono stati inoltre descritte le altre seguenti modalità:
Le manifestazioni della malattia, sono in genere simili a quelle di dengue e chikungunya. con un quadro clinico moderato:
L’esordio dei sintomi tende a verificarsi dai 3 ai 12 giorni dopo la puntura della zanzara.
I sintomi possono durare da 2 a 7 giorni e la malattia raramente richiede il ricovero ospedaliero. La sintomatologia tende ad essere molto simile a quella della dengue o chikungunya e può essere facilmente scambiata per una di queste malattie. Una persona su quattro non sviluppa sintomatologia.
In presenza dei sintomi tipici la diagnosi può essere confermata:
Dato che solo una persona su quattro manifesta tale quadro è importante tenere presente anche il paese di provenienza della persona, in caso di viaggi internazionali).
Il trattamento consiste nell’alleviare il dolore, la febbre e qualsiasi altro sintomo che causa disagio al paziente.
Al momento non è disponibile nessun vaccino contro il virus Zika.
La migliore protezione dal virus Zika è prevenire le punture di zanzara. Prevenire le punture di zanzara proteggerà le persone dal virus Zika, e da altre malattie che sono trasmesse dalle zanzare come la dengue, chikungunya e febbre gialla.
I viaggiatori diretti in Paesi che hanno riportato la trasmissione locale del virus Zika, dovrebbero essere preventivamente informati del focolaio in corso.
In particolare per coloro che intendono recarsi in paesi dove esiste la possibilità di acquisizione dell’infezione da virus Zika si raccomanda di:
E' anche importante mantenere vuoti e puliti, o coperti, contenitori che possono contenere anche piccole quantità di acqua come secchi, vasi da fiori o pneumatici, in modo che i luoghi in cui le zanzare si riproducono vengano rimossi.
I viaggiatori che presentano sintomi compatibili con la malattia da virus Zika entro le tre settimane dal ritorno da aree in cui è stata riportata trasmissione locale del virus, sono invitati a contattare il proprio medico, avendo cura di riferire del loro recente viaggio.
Le donne in stato di gravidanza, che hanno viaggiato in aree in cui è stata riportata trasmissione locale del virus Zika, devono dar notizia del loro viaggio durante le visite prenatali, al fine di essere valutate e monitorate in modo appropriato.
In particolare l’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda di: