Con il termine radiazione si intende il fenomeno fisico del trasporto di energia attraverso lo spazio, che può avvenire con modalità molto differenti, ad esempio tramite onde elettromagnetiche (fotoni) o particelle subatomiche (particelle alfa o beta) o attraverso onde meccaniche (vibrazione in un mezzo materiale).
Tutti i tipi di radiazione interagiscono con la materia, compreso quindi anche il corpo umano, trasferendo ad essa tutta, o in parte, la propria energia.
Le radiazioni, a seconda della capacità di modificare (ionizzare) un atomo o una molecola di cui è composta la materia biologica, sono classificate, in genere, in due grandi categorie:
Radiazioni si trovano comunemente nell’ambiente che ci circonda, oltre alla radiazione elettromagnetica di fondo.
L’organismo può essere esposto a sorgenti di radiazioni ionizzanti e non ionizzanti di origine naturale o artificiale; dalla quantità di energia trasmessa discende la natura dei possibili danni.
Le radiazioni ionizzanti sono radiazioni elettromagnetiche o corpuscolari dotate di sufficiente energia per “ionizzare” la materia con la quale interagiscono. L’effetto di questa ionizzazione è di rompere i legami atomici e molecolari delle strutture cellulari, danneggiando in maniera temporanea o permanente le funzioni delle cellule stesse ed influenzando i normali processi biologici.
Le radiazioni ionizzanti possono raggiungere il corpo umano dall’esterno (ad esempio durante un esame radiografico) oppure dall’interno con l’inalazione o l’ingestione dei cosiddetti isotopi radioattivi (ad esempio il radon presente nell’aria o alcuni isotopi presenti in alimenti a seguito di contaminazione prodotta da incidenti nucleari).
Il danno causato dall’esposizione a radiazioni ionizzanti varia a seconda della dose somministrata e assorbita, della via di esposizione, del tipo di radiazione in gioco e della sensibilità del tessuto o della parte del corpo interessata.
I tessuti più sensibili ai danni da radiazioni ionizzanti sono il midollo osseo, la pelle, le mucose e gli spermatozoi. I danni più gravi sono causati dal danneggiamento del DNA cellulare e possono essere acuti o cronici a seconda che l’irraggiamento avvenga con dosi elevate di radiazioni o con dosi meno elevate, ma protratte nel tempo. Proprio per il loro meccanismo d’azione e per la modalità di interazione con il DNA le radiazioni ionizzanti sono state associate all’insorgenza di diversi tumori, in particolare leucemie, tumori dell’osso, della mammella, del polmone, della pelle e della tiroide.
L’impiego delle radiazioni ionizzanti per motivi medici, per finalità di cura o di accertamento (diagnosi) di malattie, è controllato e regolato in modo tale che eventuali rischi siano molto piccoli e/o giustificati dal beneficio diagnostico e/o curativo. Alcuni esempi di utilizzo di radiazioni ionizzanti per scopi medici sono: radiografie e tomografia computerizzata (TC), medicina nucleare, radioterapia.
Le radiazioni non ionizzanti comprendono le radiazioni elettromagnetiche a bassa energia, per cui i fotoni non hanno energia sufficiente per ionizzare gli atomi e le molecole che costituiscono la materia biologica. Comunemente ed in generale si parla di campi elettromagnetici (CEM).
Si possono suddividere in:
Le radiazioni non ionizzanti, anche se non hanno la capacità di ionizzare la materia biologica hanno però energia in grado di produrre alcuni effetti (modificazioni termiche, meccaniche e bioelettriche) che, se non compensati dall’organismo umano, possono produrre un danno alla salute.
L’uomo è sempre stato immerso in un fondo elettromagnetico naturale prodotto dal sole, dalle stelle e dalla terra stessa. A questi CEM naturali si sono poi aggiunti quelli artificiali prodotti dalle attività umane tecnologiche e industriali.
Negli ultimi anni è sempre più acceso il dibattito riguardante la potenziale pericolosità di queste radiazioni, soprattutto in relazione alla capacità di provocare tumori maligni, anche in considerazione della loro sempre maggiore diffusione e dell’elevata frequenza di utilizzo. Le principali organizzazioni internazionali, come l'Organizzazione Mondiale della Sanità e la IARC (International Agency for Research on Cancer), sono concordi nel ritenere che, alla luce delle conoscenze fino ad oggi acquisite, possa esistere una debole correlazione tra l’esposizione ai CEM e cancro, limitatamente alle ELF (inserite dalla IARC tra i possibili cancerogeni per l’uomo).
Le applicazioni mediche delle radiazioni non ionizzanti vanno dalle procedure per accertare le malattie come l’ecografia e la risonanza magnetica, a quelle per curarle come gli ultrasuoni. Vi sono anche applicazioni cosmetiche quali, ad esempio, i trattamenti per la depilazione con laser o con luce pulsata.
Una particolare sezione va riservata alle radiazioni Ultraviolette (UV), radiazioni dello spettro elettromagnetico con una frequenza immediatamente superiore alla luce visibile che vengono classificate tra le radiazioni non ionizzanti anche se, con una frequenza di 100 nm, sono già in grado di innescare il meccanismo di ionizzazione di atomi e molecole.
L’effetto dei raggi UV sull’uomo può essere benefico, soprattutto per la produzione della vitamina D e la conseguente prevenzione di rachitismo ed osteoporosi, ma sono anche noti e frequenti effetti negativi, quali lesioni temporanee o permanenti, di grado lieve o grave (arrossamento cutaneo, ustione, lesione oculare, cancro). Per proteggersi dai danni causati dai raggi UV è bene evitare di esporsi alla luce solare diretta particolarmente forte senza protezione, soprattutto nei mesi estivi e nelle ore centrali della giornata (tra le 11 e le 15), coprirsi con indumenti larghi a maniche lunghe, cappelli a tesa larga e utilizzare creme solari con adeguato fattore di protezione; per proteggere gli occhi è utile indossare occhiali con lenti dotate di filtro anti-UV.
Consigli per proteggersi dal sole. Materiale informativo predisposto dalla Regione del Veneto, in collaborazione con ARPAV.
Depliant (.pdf) 4,8 Mb Locandina (.pdf) 0,8 Mb
Per approfondimenti sulle radiazioni ultraviolette è consultabile il sito di ARPAV
Sito ARPAV
ARPAV è l’organo preposto al controllo della radioattività ambientale sul territorio della Regione. A livello istituzionale si occupa della gestione della rete regionale di rilevamento della radioattività ambientale e della gestione delle emergenze radiologiche. Per approfondimenti si rimanda al sito di ARPAV.
Nell’ambito della “Tutela della salute e della sicurezza degli ambienti aperti e confinati” il Servizio persegue l’obiettivo di prevenzione e di tutela sanitaria della popolazione dai rischi derivanti da fonti di radiazioni ionizzanti e non ionizzanti, mediante attività di controllo e di valutazione sulle condizioni di sicurezza nell’uso delle fonti radiogene e con pareri autorizzativi all’impiego, ove previsto dalla normativa.
In particolare si occupa di:
La comunicazione deve essere inviata al SISP dell’AULSS9 Scaligera (prevenzione.aulss9@pecveneto.it) almeno trenta (30) giorni prima dell’inizio della pratica.
Per le pratiche condotte con attrezzature medico-radiologiche tale termine è ridotto a dieci (10) giorni.
Con la comunicazione vanno trasmesse le informazioni e la documentazione di cui dall’Allegato IX del D.Lgs. 101/2020, con particolare attenzione a:
In caso di cessazione di pratica ai sensi dell’art. 53 del D.lgs. 101/20 va inviata al SISP dell’AULSS9 Scaligera (prevenzione.aulss9@pecveneto.it) , con almeno trenta (30) giorni di anticipo, la comunicazione con le informazioni di cui all’allegato IX, con particolare attenzione a:
Per le TC Cone Beam, oltre alla comunicazione preventiva ai sensi dell.art.46 D.Lgs. 101/20, si chiede di inviare anche il modulo CTCB debitamente compilato, con riferimento alle Raccomandazioni per l’impiego corretto delle apparecchiature TC Volumetriche Cone Beam in G.U. Serie Generale n.124 del 29/05/2010.
Modulo CTCB [.pdf] 0,4 MbNORMATIVA