Impianti termici sicuri

Prevenzione delle intossicazioni da monossido di carbonio: quali accorgimenti adottare per evitarle

Gli impianti termici installati nelle nostre abitazioni (caldaie per il riscaldamento, scaldacqua, fornelli a gas, stufe a metano e a legna, ...) se malfunzionanti, irregolari o non sottoposti a controlli periodici da parte di tecnici esperti possono rappresentare un pericolo per la salute.

Qualora i prodotti della combustione non vengano correttamente allontanati dall'ambiente e/o non vi sia un costante rinnovo dell'aria nel locale si può verificare la formazione e l'accumulo di gas dannosi.

Secondo i dati del Ministero della Salute, circa l’80% dei casi di intossicazione da monossido di carbonio (CO) rilevati in Pronto Soccorso si verifica in casa. Particolarmente sensibili e quindi più a rischio sono anziani, donne in gravidanza, neonati, bambini e persone affette da patologie cardiovascolari e respiratorie.

In genere le intossicazioni domestiche sono causate da irregolarità gravi nell’installazione degli impianti termici o da carenze di manutenzione:

  • particolarmente pericolosa è la presenza di impianti termici in locali non idonei (camere da letto, bagni) e l’uso di bracieri in locali chiusi;
  • a rischio è anche la coesistenza in uno stesso locale di caldaie a tiraggio naturale e di caminetti a legna: la loro contemporanea accensione può far sì che il tiraggio del caminetto crei una depressione nel locale e quindi il ritorno dei fumi della caldaia nel locale stesso;
  • attenzione all’uso di seconde case: le canne fumarie, inattive per lunghi periodi, possono risultare ostruite per mancanza di interventi di pulizia o per la presenza di foglie secche, nidi di animali ecc.å

Raccomandiamo pertanto di:

  • non accendere bracieri o griglie in locali chiusi né per la cottura, né per il riscaldamento;
  • far installare gli impianti termici da personale tecnico esperto in grado di rilasciare le certificazioni di conformità alle norme di sicurezza e sottoporre gli impianti a controlli periodici;
  • evitare il "fai da te" e soluzioni artigianali improvvisate;
  • far pulire periodicamente dallo spazzacamino le canne fumarie dei caminetti e delle stufe a legna, possibilmente prima dell'inizio della stagione di riscaldamento;
  • assicurare un'efficiente aerazione nei locali dove si trovano gli impianti tramite le aperture regolamentari che non devono essere ostruite;
  • verificare al momento dell'acquisto che gli apparecchi siano corredati di istruzioni per l'uso e rispettarle scrupolosamente.

Il monossido di carbonio è un gas inodore, incolore e insapore e quindi non viene percepito; tuttavia, può causare gravi intossicazioni, fino alla morte. Questo gas si sviluppa a causa di una combustione incompleta, in carenza di ossigeno, di combustibili vari contenenti carbonio (metano, gpl, carbone...), in genere in conseguenza di irregolarità nell’installazione o nella manutenzione degli impianti di produzione di calore (caldaie, stufe, caminetti, ecc.) o dell’utilizzo di metodi di riscaldamento o di cottura dei cibi non adeguati (es. bracieri). Frequentemente le intossicazioni dipendono anche dalla mancanza o dall’ostruzione dei fori di ventilazione. In condizioni ottimali le quantità di gas prodotte sono quasi trascurabili, tuttavia se il processo di combustione avviene in carenza di ossigeno la formazione di CO aumenta rapidamente.

I primi sintomi dell’intossicazione sono: mal di testa, nausea e vomito, debolezza, difficoltà di respiro, aumento della frequenza cardiaca, difficoltà di coordinare i movimenti, confusione mentale.

È importante riconoscerli e non confonderli con altre patologie (ad es. un'intossicazione alimentare o l'inizio dell’influenza virale) in quanto si tratta di un vero e proprio avvelenamento che può essere curato se riconosciuto precocemente.

Deriva da un’esposizione più o meno prolungata a CO. Come suddetto, il CO è particolarmente insidioso perché è privo di odore, colore e sapore e quindi la sua presenza non viene percepita. Inoltre i sintomi precoci dell'intossicazione - mal di testa, nausea e vomito, debolezza - sono molto generici e si possono facilmente confondere con quelli di altre patologie (ad esempio un'intossicazione alimentare o l'inizio di una sindrome influenzale).

Il CO inalato con l'aria giunge a contatto con la membrana alveolo-capillare, dove avviene lo scambio gassoso aria-sangue. La tossicità del gas è dovuta al suo legame con l'emoglobina, che dà luogo alla formazione di carbossiemoglobina (HbCO).

L'affinità dell'emoglobina per il CO è circa 200-300 volte superiore a quella dell'emoglobina per l'ossigeno. Questo legame limita la capacità di trasporto e di rilascio di ossigeno ai tessuti provocando, quando si superano determinati livelli di HbCO, un quadro di ipo/anossia tessutale.

A causa della stabilità del legame con l'emoglobina il CO ha dei tempi di eliminazione ematica piuttosto lunghi, che variano in funzione della dose, del tempo, delle modalità di esposizione e delle caratteristiche individuali.

Generalmente, respirando in ossigeno al 21% (aria atmosferica) la concentrazione di carbossiemoglobina si riduce della metà in circa 4-5 ore, mediante somministrazione di ossigeno al 100% tali tempistiche si dimezzano; l'ossigeno terapia in camera iperbarica permette di ridurre a metà la quantità di CO nel sangue in un tempo inferiore ai 30 minuti.

Nel 1994 è stato attivato presso il Servizio Igiene e Sanità dell'allora ULSS 20 di Verona l'Osservatorio sulle intossicazioni da CO, con il coinvolgimento anche delle altre due Aziende ULSS della provincia di Verona (ex ULSS 21 e 22). L’osservatorio provvedeva alla raccolta e all'elaborazione dei dati.

Tale attività, che prevede la collaborazione degli Ospedali che segnalano i casi di intossicazione diagnosticati in Pronto Soccorso, viene continuata tuttora dal personale SISP dell’AULSS 9 Scaligera.
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Clicca sul grafico delle intossicazioni

Obiettivo dell'Osservatorio è la raccolta sistematica di tutti i casi di intossicazioni acute domestiche da CO che avvengono nella provincia di Verona, siano esse mortali o meno. Le informazioni raccolte comprendono le cause tecniche dell'incidente, il numero e l’identità delle persone coinvolte.

In tutti i casi di intossicazione Il personale SISP provvede ad effettuare le valutazioni epidemiologiche, a svolgere azioni di informazione sui pericoli sanitari del CO e a promuovere interventi di prevenzione, accertandosi inoltre che gli Enti competenti (ARPAV, Vigili del Fuoco, Comune…) siano intervenuti a sanare la causa dell’indicente. In caso contrario, si provvede ad avvertire della situazione il Sindaco del Comune interessato, quale Autorità Sanitaria locale, per l’adozione dei provvedimenti del caso.

È possibile sospettare un'intossicazione da CO quando i sintomi clinici dell'intossicazione si presentano in concomitanza di una o più delle seguenti circostanze:

  • presenza di possibili sorgenti di CO nel luogo in cui si trovano le persone indisposte: caldaie, camini, stufe a legna o a gas, scaldabagni, piani di cottura, ecc, specialmente se non controllate di recente;
  • permanenza delle persone in locali più a rischio (cucine, bagni, taverne, garages, ecc.), anche se talvolta si verificano intossicazioni in locali diversi da quelli in cui sono installati gli impianti;
  • interessamento contemporaneo di più soggetti di uno stesso nucleo familiare o di uno stesso gruppo;
  • miglioramento dei soggetti coinvolti al di fuori della casa o di un determinato locale;
  • insorgenza precoce della sintomatologia nei bambini ed in coloro che trascorrono più tempo nei locali più a rischio (es. cucina);
  • stagionalità (si tratta di intossicazione prevalentemente, anche se non esclusivamente, autunnale/invernale);
  • comparsa dei sintomi durante la permanenza in seconde case: impianti termici installati in ambienti angusti, non sottoposti ad un'adeguata manutenzione; le canne fumarie, inattive per lunghi periodi, possono risultare ostruite da foglie secche, nidi di animali, ecc.

Disporre all'interno delle abitazioni di impianti termici sicuri. Il ricorso all'intervento di installatori e manutentori abilitati per l'installazione degli impianti e per le verifiche periodiche deve diventare abitudine consolidata. In particolare:

  • far installare gli impianti termici da personale tecnico esperto in grado di rilasciare le certificazioni di conformità alle norme di sicurezza e sottoporli a controlli periodici;
  • evitare il "fai da te" e soluzioni artigianali improvvisate;
  • se nella casa c'è un caminetto, far controllare da un tecnico abilitato la sua efficienza e quella della canna fumaria prima dell'inizio della stagione di riscaldamento;
  • deve essere sempre assicurata un'efficiente aerazione nei locali dove si trovano gli impianti (tramite le aperture previste dalla legge), indispensabile per la regolare combustione e per prevenire la formazione di gas tossici. Le aperture, protette da una griglia, non devono essere ostruite e si devono poter pulire periodicamente perché non perdano la loro efficacia. Le superfici delle aperture devono avere misure "adeguate" in rapporto alla potenza degli apparecchi presenti, al tipo di apparecchio e di gas ed alla posizione dell'apertura stessa. Tale misura dev’essere stabilita da un tecnico esperto;
  • verificare al momento dell'acquisto che gli apparecchi siano corredati di istruzioni per l'uso e rispettarle scrupolosamente;
  • non accendere bracieri in locali chiusi e, in generale, non utilizzare in locali chiusi sistemi di cottura progettati per essere utilizzati all’aperto.

Inoltre, si ricorda di non lasciare veicoli a motore accesi in spazi chiusi.

Nelle stufe alimentate a pellets, anche se utilizzano una tecnica di combustione più avanzata, il processo di combustione è del tutto analogo a quello degli altri impianti alimentati con combustibile solido (es. stufe a legna tradizionali).

Il pellets non è altro infatti che un materiale ottenuto sottoponendo ad un'altissima pressione gli scarti di legno prodotti da segherie, falegnamerie ed altre attività connesse alla lavorazione e alla trasformazione del legno.

Nei processi di combustione (a legna, carbone, metano…) in condizioni ottimali le quantità di monossido di carbonio (CO) prodotte sono trascurabili, tuttavia se il processo avviene in carenza di ossigeno la formazione di CO aumenta rapidamente.

Per evitare che questo avvenga è necessario che:

  • il locale in cui è collocata la stufa a pellets abbia una presa d'aria esterna appositamente realizzata che garantisca il ripristino dell'aria consumata per la combustione. È anche possibile prelevare l'aria direttamente dall'esterno attraverso una tubazione collegata alla stufa stessa;
  • altrettanto necessario è l’allontanamento dall’ambiente dei fumi di combustione mediante un un’idonea canna fumaria.

Se la stufa a pellets non è installata a regola d’arte e non viene sottoposta a controlli periodici di manutenzione, analogamente agli altri impianti termici domestici, non si può escludere un suo malfunzionamento e quindi anche la produzione di quantità di CO pericolose.

La raccomandazione è di far installare la stufa da personale qualificato, nel rispetto delle norme previste per l’installazione, di evitare il “fai da te” e di far effettuare interventi di manutenzione che ne garantiscano il funzionamento corretto.

Prevenzione delle intossicazioni da monossido di carbonio

Manifesti multilingua con le disposizioni di base per evitare intossicazioni da monossido di carbonio ed esplosioni in ambito domestico  
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Ministero della Salute

Informativa sul monossido di carbonio -  Scarica il documento (pdf 0,6Mb)

 

Ultimo aggiornamento: 04/12/2018
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