Gli impianti termici installati nelle nostre abitazioni (caldaie per il riscaldamento, scaldacqua, fornelli a gas, stufe a metano e a legna, ...) se malfunzionanti, irregolari o non sottoposti a controlli periodici da parte di tecnici esperti possono rappresentare un pericolo per la salute.
Qualora i prodotti della combustione non vengano correttamente allontanati dall'ambiente e/o non vi sia un costante rinnovo dell'aria nel locale si può verificare la formazione e l'accumulo di gas dannosi.
Secondo i dati del Ministero della Salute, circa l’80% dei casi di intossicazione da monossido di carbonio (CO) rilevati in Pronto Soccorso si verifica in casa. Particolarmente sensibili e quindi più a rischio sono anziani, donne in gravidanza, neonati, bambini e persone affette da patologie cardiovascolari e respiratorie.
In genere le intossicazioni domestiche sono causate da irregolarità gravi nell’installazione degli impianti termici o da carenze di manutenzione:
Raccomandiamo pertanto di:
Il monossido di carbonio è un gas inodore, incolore e insapore e quindi non viene percepito; tuttavia, può causare gravi intossicazioni, fino alla morte. Questo gas si sviluppa a causa di una combustione incompleta, in carenza di ossigeno, di combustibili vari contenenti carbonio (metano, gpl, carbone...), in genere in conseguenza di irregolarità nell’installazione o nella manutenzione degli impianti di produzione di calore (caldaie, stufe, caminetti, ecc.) o dell’utilizzo di metodi di riscaldamento o di cottura dei cibi non adeguati (es. bracieri). Frequentemente le intossicazioni dipendono anche dalla mancanza o dall’ostruzione dei fori di ventilazione. In condizioni ottimali le quantità di gas prodotte sono quasi trascurabili, tuttavia se il processo di combustione avviene in carenza di ossigeno la formazione di CO aumenta rapidamente.
I primi sintomi dell’intossicazione sono: mal di testa, nausea e vomito, debolezza, difficoltà di respiro, aumento della frequenza cardiaca, difficoltà di coordinare i movimenti, confusione mentale.
È importante riconoscerli e non confonderli con altre patologie (ad es. un'intossicazione alimentare o l'inizio dell’influenza virale) in quanto si tratta di un vero e proprio avvelenamento che può essere curato se riconosciuto precocemente.
Deriva da un’esposizione più o meno prolungata a CO. Come suddetto, il CO è particolarmente insidioso perché è privo di odore, colore e sapore e quindi la sua presenza non viene percepita. Inoltre i sintomi precoci dell'intossicazione - mal di testa, nausea e vomito, debolezza - sono molto generici e si possono facilmente confondere con quelli di altre patologie (ad esempio un'intossicazione alimentare o l'inizio di una sindrome influenzale).
Il CO inalato con l'aria giunge a contatto con la membrana alveolo-capillare, dove avviene lo scambio gassoso aria-sangue. La tossicità del gas è dovuta al suo legame con l'emoglobina, che dà luogo alla formazione di carbossiemoglobina (HbCO).
L'affinità dell'emoglobina per il CO è circa 200-300 volte superiore a quella dell'emoglobina per l'ossigeno. Questo legame limita la capacità di trasporto e di rilascio di ossigeno ai tessuti provocando, quando si superano determinati livelli di HbCO, un quadro di ipo/anossia tessutale.
A causa della stabilità del legame con l'emoglobina il CO ha dei tempi di eliminazione ematica piuttosto lunghi, che variano in funzione della dose, del tempo, delle modalità di esposizione e delle caratteristiche individuali.
Generalmente, respirando in ossigeno al 21% (aria atmosferica) la concentrazione di carbossiemoglobina si riduce della metà in circa 4-5 ore, mediante somministrazione di ossigeno al 100% tali tempistiche si dimezzano; l'ossigeno terapia in camera iperbarica permette di ridurre a metà la quantità di CO nel sangue in un tempo inferiore ai 30 minuti.
Nel 1994 è stato attivato presso il Servizio Igiene e Sanità dell'allora ULSS 20 di Verona l'Osservatorio sulle intossicazioni da CO, con il coinvolgimento anche delle altre due Aziende ULSS della provincia di Verona (ex ULSS 21 e 22). L’osservatorio provvedeva alla raccolta e all'elaborazione dei dati.
Tale attività, che prevede la collaborazione degli Ospedali che segnalano i casi di intossicazione diagnosticati in Pronto Soccorso, viene continuata tuttora dal personale SISP dell’AULSS 9 Scaligera.
Obiettivo dell'Osservatorio è la raccolta sistematica di tutti i casi di intossicazioni acute domestiche da CO che avvengono nella provincia di Verona, siano esse mortali o meno. Le informazioni raccolte comprendono le cause tecniche dell'incidente, il numero e l’identità delle persone coinvolte.
In tutti i casi di intossicazione Il personale SISP provvede ad effettuare le valutazioni epidemiologiche, a svolgere azioni di informazione sui pericoli sanitari del CO e a promuovere interventi di prevenzione, accertandosi inoltre che gli Enti competenti (ARPAV, Vigili del Fuoco, Comune…) siano intervenuti a sanare la causa dell’indicente. In caso contrario, si provvede ad avvertire della situazione il Sindaco del Comune interessato, quale Autorità Sanitaria locale, per l’adozione dei provvedimenti del caso.
È possibile sospettare un'intossicazione da CO quando i sintomi clinici dell'intossicazione si presentano in concomitanza di una o più delle seguenti circostanze:
Disporre all'interno delle abitazioni di impianti termici sicuri. Il ricorso all'intervento di installatori e manutentori abilitati per l'installazione degli impianti e per le verifiche periodiche deve diventare abitudine consolidata. In particolare:
Inoltre, si ricorda di non lasciare veicoli a motore accesi in spazi chiusi.
Nelle stufe alimentate a pellets, anche se utilizzano una tecnica di combustione più avanzata, il processo di combustione è del tutto analogo a quello degli altri impianti alimentati con combustibile solido (es. stufe a legna tradizionali).
Il pellets non è altro infatti che un materiale ottenuto sottoponendo ad un'altissima pressione gli scarti di legno prodotti da segherie, falegnamerie ed altre attività connesse alla lavorazione e alla trasformazione del legno.
Nei processi di combustione (a legna, carbone, metano…) in condizioni ottimali le quantità di monossido di carbonio (CO) prodotte sono trascurabili, tuttavia se il processo avviene in carenza di ossigeno la formazione di CO aumenta rapidamente.
Per evitare che questo avvenga è necessario che:
Se la stufa a pellets non è installata a regola d’arte e non viene sottoposta a controlli periodici di manutenzione, analogamente agli altri impianti termici domestici, non si può escludere un suo malfunzionamento e quindi anche la produzione di quantità di CO pericolose.
La raccomandazione è di far installare la stufa da personale qualificato, nel rispetto delle norme previste per l’installazione, di evitare il “fai da te” e di far effettuare interventi di manutenzione che ne garantiscano il funzionamento corretto.
Manifesti multilingua con le disposizioni di base per evitare intossicazioni da monossido di carbonio ed esplosioni in ambito domestico
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Informativa sul monossido di carbonio - Scarica il documento (pdf 0,6Mb)