Offerta vaccinale per condizione di rischio

La prevenzione delle malattie trasmissibili nel paziente fragile con particolare riferimento a quelle Prevenibili da vaccinazione

Da diversi anni le vaccinazioni destinate a specifici gruppi di popolazione con condizioni cliniche di aumentato rischio per malattie prevenibili da vaccino sono oggetto di attenzione sempre crescente nella programmazione sanitaria nazionale e della Regione del Veneto.
In particolare, il più recente Piano Regionale della Prevenzione 2020-2025 della Regione del Veneto, approvato con DGR n. 1858 del 29 dicembre 2021, ha dedicato al tema un intero Programma Libero, il PL14 “La prevenzione delle malattie trasmissibili nel paziente fragile con particolare riferimento a quelle prevenibili da vaccinazione”.

È possibile consultare il documento «offerta vaccinale per condizione di rischio» nella sezione «materiali informativi».
Per la prenotazione delle vaccinazioni, gli utenti sono invitati a fare riferimento al proprio specialista di riferimento, al medico di medicina generale o all’ambulatorio vaccinale SISP del distretto di appartenenza.

  • Il calendario dovrebbe iniziare almeno 14 giorni prima della splenectomia, se possibile; se non è possibile dovrebbe essere iniziato 14 giorni dopo la splenectomia o comunque prima della dimissione.
  • Vi è una lista di vaccinazioni da somministrare, o per le quali è da verificare l’avvenuta somministrazione in passato e l’eventuale necessità di dosi di richiamo.
  • Prima del trapianto è importante valutare lo stato di immunizzazione del donatore, al fine di conferire al ricevente una protezione temporanea nei primi mesi post procedura, considerando la somministrazione di dosi booster di vaccino, in particolar modo per lo pneumococco, Haemophilus influenzae B, dTap e COVID-19. I vaccini inattivati vanno somministrati almeno 2 settimane prima della procedura di raccolta delle cellule staminali e i vaccini vivi attenuati non vanno somministrati nel mese che precede la procedura.
  • Vi è una lista di vaccinazioni da somministrare, o per le quali è da verificare l’avvenuta somministrazione in passato e l’eventuale necessità di dosi di richiamo
  • I test di valutazione sierologica dello stato di protezione immunitaria del soggetto devono essere effettuati ad almeno 4 settimane dopo l’eventuale ricezione di prodotti ematici (trasfusioni, emocomponenti, emoderivati, immunoglobuline), in considerazione della possibile alterazione del risultato del test. Inoltre, per proteggere i pazienti immunocompromessi, i contatti conviventi immunocompetenti dovrebbero ricevere tutte le vaccinazioni appropriate per l'età, più la vaccinazione antinfluenzale annuale ed i vaccini vivi attenuati vaccini MMR e V.
  • Vi è una lista di vaccinazioni da somministrare, o per le quali è da verificare l’avvenuta somministrazione in passato e l’eventuale necessità di dosi di richiamo.
  • Diversi fattori aumentano il rischio di infezione nei soggetti con neoplasie solide. Questi includono l’alterazione delle barriere anatomiche naturali (ad esempio le superfici cutanee e mucose), l’ostruzione causata dalla neoplasia in una via anatomica, fattori correlati al trattamento in atto (chemioterapia immunoterapia, ormonoterapia, radioterapia), necessità di eseguire procedure diagnostiche e/o terapeutiche invasive, utilizzo di dispositivi medici a permanenza come cateteri, stent e protesi.
  • Vi è una lista di vaccinazioni da somministrare, o per le quali è da verificare l’avvenuta somministrazione in passato e l’eventuale necessità di dosi di richiamo.
  • Soggetti affetti da neoplasie ematologiche presentano condizioni di immunosoppressione superiori ai soggetti con neoplasie solide, con deficit del sistema immunitario la cui gravità dipende dall’età del paziente, dal tipo di neoplasia ematologica e dai trattamenti in atto.
  • Vi è una lista di vaccinazioni da somministrare, o per le quali è da verificare l’avvenuta somministrazione in passato e l’eventuale necessità di dosi di richiamo.
  • I soggetti affetti da patologia renale cronica sono maggiormente suscettibili alle patologie infettive e relative complicanze, a causa della compromissione della funzionalità del sistema immunitario. Tali soggetti al contempo risultano a maggior rischio di infezioni correlate all’assistenza.
  • Vi è una lista di vaccinazioni da somministrare, o per le quali è da verificare l’avvenuta somministrazione in passato e l’eventuale necessità di dosi di richiamo.
  • Nei pazienti con infezione da HIV, l'immunogenicità dei vaccini è ridotta quando la replicazione dell'HIV non è controllata dal trattamento antiretrovirale e/o quando la conta dei CD4 è inferiore a 500/mm3, e ancora di più al di sotto di 200/mm3 e/o con carica virale HIV >200 copie/ml. Inoltre, la durata della sieroprotezione è inferiore rispetto ai soggetti immunocompetenti con la necessità di provvedere a dosi vaccinali di richiamo. I vaccini che non comportano una possibile replicazione virale possono essere utilizzati in sicurezza, mentre i vaccini replicanti (anche se attenuati) sono controindicati nelle condizioni di deficit immune.
  • Vi è una lista di vaccinazioni da somministrare, o per le quali è da verificare l’avvenuta somministrazione in passato e l’eventuale necessità di dosi di richiamo.
  • Persone con epatopatia cronica presentano, nel corso della malattia, una progressiva alterazione della risposta immunitaria a più livelli: alterata funzione fagocitaria, deficit dell’opsonizzazione, ridotta funzionalità splenica come conseguenza diretta dell’epatopatia, nonché anomala produzione e distribuzione delle immunoglobuline nei soggetti ascitici. Per tutti questi motivi, gli epatopatici presentano un’aumentata suscettibilità ai patogeni.
  • Vi è una lista di vaccinazioni da somministrare, o per le quali è da verificare l’avvenuta somministrazione in passato e l’eventuale necessità di dosi di richiamo.
  • La valutazione dello stato vaccinale del paziente deve avvenire possibilmente al momento della diagnosi di malattia autoimmune. La disregolazione immunitaria si verifica, infatti, sia nei pazienti naive agli immunosoppressori che in quelli in terapia con farmaci immunosoppressori, sebbene, prevedibilmente, il grado di immunosoppressione farmacologica sia il fattore di gran lunga predominante nel determinare il rischio di infezioni.
  • Vi è una lista di vaccinazioni da somministrare, o per le quali è da verificare l’avvenuta somministrazione in passato e l’eventuale necessità di dosi di richiamo.
  • Le cause di perdita di liquido cerebrospinale si possono suddividere in spontanee, traumatiche e iatrogene. Le perdite spontanee possono essere dovute ad anomalie anatomiche congenite o acquisite e a quadri sindromici specifici (sindrome di Marfan, sindrome di Ehlers-Danlos, disturbi ereditari aspecifici). Le perdite di liquor dovute a traumi sono attribuibili a lesioni a carico della teca cranica e del rachide. Le cause iatrogene di perdita di liquido sono infine legate a procedure mediche quali, ad esempio, puntura lombare (iniettiva o aspirativa), interventi chirurgici spinali, drenaggi cerebrospinali. I portatori di impianto cocleare (IC) in questo contesto sono soggetti ad aumentato rischio di meningite batterica, pur trattandosi di un evento relativamente raro.
  • Vi è una lista di vaccinazioni da somministrare, o per le quali è da verificare l’avvenuta somministrazione in passato e l’eventuale necessità di dosi di richiamo.
  • Stati patologici che comportino la diminuzione della capacità respiratoria, deficit della funzione di pompa o deficit immunitari come il diabete mellito richiedono un richiamo della protezione nei confronti di alcuni patogeni, al fine di prevenire infezioni che in questi soggetti potrebbero comportare complicanze severe e deficit permanenti. In particolare la prevenzione vaccinale risulta particolarmente efficace.
  • Vi è una lista di vaccinazioni da somministrare, o per le quali è da verificare l’avvenuta somministrazione in passato e l’eventuale necessità di dosi di richiamo.
  • Al fine di massimizzare la protezione dei soggetti con condizioni di immunocompromissione e di riduzione della risposta alle vaccinazioni, è fondamentale garantire un’adeguata protezione vaccinale ai contatti del soggetto, in particolar modo ai conviventi.
    Il Cocooning, o strategia del bozzolo, può essere considerata una protezione indiretta del soggetto, assicurando che tutti coloro che lo circondano siano protetti e abbiano effettuato adeguati richiami vaccinali.  Tale strategia, pur non essendo sufficiente a prevenire del tutto il rischio di contagio e di malattia, ne riduce ilrischio per molti patogeni. Il Cocooning è in ogni caso strettamente correlato alle strategie vaccinali che puntano all'immunità di gruppo (herd immunity), richiedendo una soglia di copertura vaccinale elevata nella popolazione generale per garantire una riduzione efficace della circolazione comunitaria di un patogeno.
  • Vi è una lista di vaccinazioni da somministrare, o per le quali è da verificare l’avvenuta somministrazione in passato e l’eventuale necessità di dosi di richiamo.
Ultimo aggiornamento: 13/11/2023
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