Tutela igienico sanitaria delle scuole

Interventi di promozione della salute, approccio alla prevenzione, situazione strutturale e sorveglianza degli istituti scolastici pubblici e privati

Le scuole e le collettività costituiscono ambiti particolarmente delicati sotto molti aspetti e per questo sono oggetto di particolari tutele anche dal punto di vista igienico-sanitario.

Le attività di prevenzione svolte all'interno della Scuola sono ancora disciplinate dal DPR 1518 del 1967 per quel che riguarda i servizi di Medicina Scolastica. Da allora si sono verificati molti cambiamenti dal punto di vista normativo e organizzativo (basti citare la Legge 833 di Riforma Sanitaria) ma anche da quello sociale ed epidemiologico.

In molte regioni la medicina scolastica (o meglio le attività preventive rivolte all'età evolutiva) sono state disciplinate con apposite leggi, in altre il problema non è stato affrontato in modo strutturale e la diversa organizzazione all'interno delle ULSS ha portato talvolta ad una inadeguata programmazione delle relative attività.

In una cosa sono tutti concordi: ci sono una serie di interventi nell'ambito della promozione della salute, della prevenzione e della sicurezza, della sorveglianza delle malattie infettive e del controllo e vigilanza in materia di sanità pubblica che hanno risvolti specifici nell'età evolutiva e questo implica una specifica attenzione agli ambienti scolastici che ne costituiscono in parte i contenitori.

Le esigenze di contenimento della spesa sanitaria e la difficile integrazione fra i servizi hanno compresso  in parte questa attività che nella nostra azienda che vede un impegno trasversale del Dipartimento di Prevenzione, dei Distretti e dei Pediatri di libera scelta.

Nonostante il clima di buona collaborazione con gli enti locali garantisca nella maggior parte dei casi una sufficiente attenzione agli edifici scolastici, si sente oggi l'esigenza di riaffrontare in modo strutturale il problema della prevenzione di comunità nell'ambito dell'età evolutiva e di fare il punto sulla sorveglianza delle collettività infantili.

Altro fattore che ha determinato un calo di attenzione nei confronti delle scuole è stata il crescente impegno richiesto dalla sorveglianza sugli asili nido nel momento in cui, accanto a strutture pubbliche di buon livello, hanno incominciato ad espandersi le strutture private, non sempre di buona qualità.

In questo periodo non sono mancati i segnali di allarme per la situazione di alcune scuole, per il verificarsi di problemi strutturali, e a volte anche gestionali, di una certa gravità. Ad esempio nel 2009 si è verificato il crollo di parte del soffitto, fortunatamente senza alcuna conseguenza per bambini e insegnanti, in una scuola dell'infanzia della città a causa di infiltrazioni di acqua piovana.

Alcune segnalazioni sono pervenute anche in merito a problematiche di rilievo in alcuni istituti superiori; gli accertamenti hanno poi confermato la necessità di adottare specifici provvedimenti.

Tutto ciò avviene a dispetto delle indicazioni della normativa tuttora vigente come il Decreto Ministeriale 18/12/1975 e nonostante i LEA individuino in modo specifico come essenziale l'attività di tutela delle condizioni igieniche e di sicurezza degli edifici ad uso scolastico e ricreativo, di fatto è andata progressivamente calando l'attenzione su tali aspetti.

I problemi strutturali che sono stati più frequentemente riscontrati riguardano l'area di collocazione (che in alcuni casi presenta fattori di insalubrità o di pericolo) e talvolta l'inadeguatezza degli edifici per l'inadeguata manutenzione, l'assenza di spazi verdi o palestre al chiuso dove i ragazzini possano muoversi liberamente, giocare e praticare l'attività fisica adeguata alle diverse fasce d'età.

Per quanto riguarda la prima infanzia le strutture con maggiori problemi sono quelle che non  hanno l'obbligo di richiedere l'autorizzazione all'esercizio o che volontariamente si sottraggono a questo adempimento. In qualche caso in passato è stato necessario intervenire addirittura con provvedimenti drastici, che andavano dalla denuncia alla richiesta di chiusura.

Non c'è dubbio quindi che le attuali condizioni richiedano una verifica dei compiti, delle attività svolte e dei bisogni cui la sanità pubblica deve rispondere relativamente alle scuole. Il problema della disponibilità di spazi verdi e adeguate palestre è purtroppo comune a molte scuole anche perché i cortili e gli spazi dedicati vengono spesso adibiti a parcheggio.

Per questi motivi nel 2009 è stata intensificata l'attività di sorveglianza sulle scuole esistenti, nonostante le grandi difficoltà dovute soprattutto alle carenze di organico. È stata quindi potenziata la  collaborazione tra Ufficio Igiene Edilizia, Distretti Sanitari, pediatri convenzionati, Ufficio Qualità e comune di Verona, anche attraverso alcuni incontri che avevano lo scopo di identificare le criticità esistenti, effettuare una ricognizione delle strutture presenti sul territorio, mettere a punto un database comune di informazioni (anche per quanto riguarda le visite di verifica per la legge 22) e definire un protocollo operativo per ottimizzare le attività e definire la periodicità della vigilanza.

È stato così possibile iniziare a definire modalità operative comuni per quanto riguarda le strutture per la prima infanzia, mentre a breve verrà definito il protocollo operativo per le scuole delle fasce d'età successive, a partire dalle materne, e si affronterà il problema di estendere la collaborazione anche agli altri Comuni dell'ULSS. Successivamente verrà proposta la formazione su questi aspetti come richiesto dagli operatori.

In generale il problema dell'igiene delle scuole è molto sentito a tutti i livelli. Uno studio promosso dal Ministero dell'Ambiente, del Territorio e del Mare fotografa la qualità dell'aria nelle scuole elementari e medie italiane; lo stesso evidenzia, tra l'altro, che gli edifici scolastici sono piuttosto anziani (circa il 50% è stato costruito prima del 1960) e che la pulizia non è sempre adeguata.

La situazione appare ancora peggiore con riferimento alle concentrazioni di alcuni inquinanti. I valori di PM10 sono risultati sempre superiori all'interno delle scuole, qui infatti le polveri sottili esterne, derivanti per lo più dal traffico, si aggiungono a quelle generate all'interno, come il gesso delle lavagne. In molti casi gli inquinanti trovati non possono essere eliminati con facilità o, meglio, eliminare queste fonti di inquinamento significa fare scelte radicali quali il trasferimento di una scuola in un'area verde o la completa ristrutturazione dell'edificio secondo i migliori standard.

Gli effetti sulla salute dei bambini legati alla situazione descritta nello studio sono l'aumento delle malattie allergiche e dell'asma: il 27,6% degli alunni esaminati soffre infatti di rinite, il 21,9% di tosse, il 19,9% di allergie, il 10,4% di asma. Gli accorgimenti che possono essere messi in atto per migliorare l'aria nelle scuole sono descritti nel rapporto stesso.

È naturalmente noto il divieto di fumo negli ambienti scolastici. Fumare una sigaretta in un ambiente chiuso provoca un aumento di concentrazione di polveri sottili e di altri inquinanti; nel caso delle scuole il divieto risponde anche a finalità di tipo educativo.

Una recente indagine effettuata da ARPAV di Verona ha evidenziato che si possono rilevare nell'area esterna elevate concentrazioni di ossidi di azoto tali da superare i limiti di protezione della salute quando la scuola è ubicata nelle vicinanze di strade trafficate.

Le scuole dovrebbero pertanto essere situate in aree prive di fonti d'inquinamento e lontane da strade trafficate, come previsto dalla specifica normativa (D.M. 18/12/75), in caso di strutture già esistenti si rende necessaria una valutazione di rischio e l'adozione di misure di protezione o mitigazione.

Il citato decreto individua anche gli "indici minimi di funzionalità didattica, edilizia ed urbanistica da osservarsi nella esecuzione di opere di edilizia scolastica" specificando che "le previsioni dei piani regolatori vigenti o adottate dovranno essere adeguate alle presenti norme e pertanto dovrà procedersi alle relative verifiche", ciò rende necessarie specifiche valutazioni in occasione degli interventi di pianificazione territoriale.

Ultimo aggiornamento: 04/12/2018
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